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mentono sapendo di mentine

domenica 15 agosto 2010

SARAMAGO: CON CAINO E CONTRO LA BIBBIA


«Mi risulta difficile comprendere come il popolo ebraico abbia scelto per testo sacro l' Antico Testamento. È un tale miscuglio di assurdità che non può essere stato inventato da un uomo solo. Ci vollero generazioni e generazioni per produrre questa mostruosità». Parola di José Saramago. A vent' anni dall' uscita del Vangelo secondo Gesù Cristo, in cui riscrisse il Nuovo Testamento, il premio Nobel torna a occuparsi dei testi sacrie di religione. Lo fa alla sua maniera, da ateo convinto e mai pentito. Da scrittore spesso al centro di aspre polemiche. Lo fa con Caín, il nuovo romanzo che a ottobre uscirà in Portogallo, America Latina e Spagna. È la reinterpretazione del primo fratricidio tramandato dalla Bibbia: Caino, primogenito di Adamo ed Eva che uccide il fratello Abele. Da ieri, il blog dell' autore portoghese (blog.josesaramago.org) annuncia l' uscita del libro con un comunicato di Pilar del Río, moglie e traduttrice di Saramago, e un breve trailer. Sulle immagini - alcune incisioni di episodi biblici - scorre una domanda: «Che diavolo di Dio è questo che, per innalzare Abele, disprezza Caino?». Interrogato via e-mail dall' edizione online di El País, il Nobel ottantaseienne ha aggiunto: «Dio, il demonio, il bene, il male, tutto questo è nella nostra testa. Non nel cielo o all' inferno, che pure abbiamo inventato. Non ci rendiamo conto del fatto che, avendo inventato Dio, ne siamo immediatamente divenuti schiavi». La sua lunga malattia, che lo ha portato a un passo dalla morte, non gli ha fatto cambiare idea: «Premettendo che Dio non esiste, se pure mi fosse apparso, che cosa gli avrei dovuto chiedere? Che mi prolungasse la vita? Moriremo quando dovremo morire. Mi hanno salvato i medici, mi ha salvato Pilar, mi ha salvato il cuore eccellente che ho ancora, nonostante l' età. Tutto il resto è letteratura, e della peggiore». Nonostante fosse in cantiere da anni, Caín è stato scritto a partire dallo scorso dicembre, in quattro mesi: «Sono stato preso da una sorta di trance - ha spiegato lo scrittore -. Non mi era mai capitata una cosa del genere. Per lo meno non di una tale intensità». Con il romanzo precedente, Il viaggio dell' elefante, il nuovo condivide l' ironia delle prime righe: «Non è stato scelto, né premeditato. L' ironia e lo humour appaiono all' inizio di entrambi i libri. Avrei potuto adottare un tono solenne, però trovo stupido rifiutare quello che mi viene offerto su un piatto d' argento». Annuncia la moglie Pilar del Río sul blog: «Saramago ha scritto un libro che non ci lascerà indifferenti, che provocherà nei lettori sconcerto e, forse, qualche angustia. Però, amici, la grande letteratura è fatta per conficcarsi in noi lettori come un coltello nella pancia. Non per addormentarci come se ci trovassimo in un fumoir di oppio e il mondo fosse pura fantasia». Non è la prima volta che Saramago fa affermazioni "forti" e che provocano polemiche. Basti pensare al clamore suscitato in Portogallo dall' uscita del suo Vangelo, nel 1991,a cui fu impedito dal governo di concorrere al Premio Europeo di Letteratura. O alle accuse di antisemitismo rivoltegli più volte. E ancora agli scritti nel suo blog contro Berlusconi e la politica italiana, gli stessi che la Einaudi ha rifiutato di tradurre (lo farà Bollati Boringhieri). A giudicare dalle premesse, succederà anche con Caín. DAL SITO DI REPUBBLICA 28 AGOSTO 2009

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