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mentono sapendo di mentine

giovedì 25 febbraio 2010

Astuzia del Muro



Uno spettacolo realizzato dai detenuti della VI Sezione del Padiglione A

10-12-15-17-19 Marzo 2010
Casa Circondariale "Lorusso e Cutugno"

"Anche quando hai l'impressione che sia tutto sbarrato, non escludere l'esistenza di una porta che non riesci a vedere. Perché il demone che costruisce il muro è astuto, forse è sadico, e fa in modo che tu ti adatti all'immobilità e ti rassegni rinunciando alla tua meta vera, quella che sta oltre il muro."

L'astuzia del Muro parla del cammino della vita e delle mete di ognuno.

Sovente, durante gli incontri con gruppi di adolescenti, i detenuti della VI sezione del padiglione A si sono sentiti chiedere quali fossero i loro sogni quando erano ragazzi, quale la differenza tra quei desideri e la realtà, quali le delusioni e quale, e se fosse rimasta, la speranza. Questo spettacolo offre un tentativo di risposta, incoraggiante soprattutto se si pensa che proviene da chi ha molto da dire in merito agli ostacoli della vita.

Uno spettacolo teatrale realizzato dai detenuti della VI Sezione del Padiglione A

Con la collaborazione di C.A.S.T.

Regia di Claudio Montagna

lunedì 15 febbraio 2010

VISIONI CIRCOLARI


L’Arte si fa spazio tra i Circoli ARCI.

Il comitato ARCI di Torino presenta “Visioni Circolari” , una manifestazione artistica- culturale che si inaugurerà venerdì 19 Febbraio 2010 in 14 Circoli ARCI Torinesi e continuerà fino al 4 aprile.

Diciassette artisti (8 fotografi e 9 pittori), 190 opere in quattordici collettive suddivise tra fotografia e pittura; un percorso artistico-culturale, una vetrina delle attività che avvengono nei singoli Circoli dove accanto all’artista professionista viene data la possibilità di esporre anche a chi vuole mettersi in gioco per la prima volta.

L’evento nasce dalla volontà tra le diverse realtà ARCI di collaborare, mettendo in comune i propri artisti ed i propri spazi espositivi.

Le mostre collettive saranno inaugurate contemporaneamente nei quattordici Circoli ed Associazioni in due momenti della serata : una prima inaugurazione partirà alle 19:30 ed una seconda alle 21:30.

In ogni spazio espositivo ci sarà uno o due artisti principali a cui sarà dedicata l’inaugurazione della serata; in questo modo ognuno avrà il suo momento di attenzione.
Contemporaneamente altre sue opere saranno esposte in altre due o tre location permettendo così una sua maggiore visibilità.

Gli Artisti che parteciperanno alla Manifestazione sono:
Per i fotografi Associazione NUR, Giovanni Darone, Lorenzo Favaro, Gianluca Nani, Marco Rossetti, Jens Seidel, Antonella Tambone, Maurizio Turinetto
Per i pittori Lucian Cojocaru, Laura Di Fazio, Luciana Gallo, Nadia Lonardo, Monkeys Evolution, Tiago Ramos, Stefania Siciliano, Tonichina e Marisa Trainelli

I Circoli e le Associazioni coinvolte nella Manifestazione sono:
Ai tre bicchieri; Cafè Liber; Fattore K; Fuori Luogo; Kalt; Harry Loman; La Cadrega; Machè; Circolo Vizioso; Circolo Oltrepò; Circolo Pueblo; Circolo Sud; Studio Mars
ArciPolis; AMIS; Flux Lab; Gli Argonauti; Honky Tonk; Tu-ca-Tu-Lá ; Imagine

Programma dettagliato



PROGETTO “VISIONI COLLETTIVE 1.0”
Collettive FotografIa

Circolo Vizioso
Via S. Bernardino 34/C – Torino
Aperto dal martedì al sabato dalle 19:00 alle 03:00
Info: 346.067.55.47; info@arcircolovizioso.com
Orario inaugurazione: 19,30
Esposizioni di: * Lorenzo Favaro, * Jens Seidel (www.jensseidel.de), Associazione NUR e Marco Rossetti
Circolo Harry Loman
Via Governolo 7/B – Torino
Aperto Lunedì-Giovedì dalle 12 alle 20:00; venerdì dalle 12 alle 24:00
Info: 011. 248.29.31; circoloharryloman@gmail.com
Orario inaugurazione: 19,30
Esposizioni di: * Antonella Tambone, Gianluca Nani e Maurizio Turinetto
Flux Lab
Via Silvio Pellico 8 - Torino
Aperto dal venerdì alla domenica dalle 19,00 alle 22,00
Orario inaugurazione: 19,30
Info: 3290907603 – laboratorio@fluxlab.it
Esposizioni di: * Associazione NUR, Lorenzo Favaro, Jens Seidel e Gianluca Nani
Circolo Fuori Luogo Interzona
Corso Brescia 14 – Torino
Aperto dal mercoledì al sabato dalle ore 20,00 alle 01,00
Info: 011.85.65.89; info@fuoriluogo.org
Orario inaugurazione:19,30
Esposizioni di: * Gianluca Nani, Jens Seidel, Marco Rossetti e Giovanni Darone
A seguire Cena Frusciante con DJ Grumbi
Fattore K
Via Cesare Balbo 10/D – Torino
Aperto dal lunedì al giovedì dalle 19,00 alle 02,00 e venerdì e sabato dalle 20,00 alle 13,00
Info: 011 8129970 – fattorek@alice.it
Orario inaugurazione: 21,30
Esposizioni di * Marco Rossetti (www.flickr.com/nemseck), Giovanni Darone e Antonella Tambone
Nel corso della serata Concerto Happy songs for Happy people
Cafè Liber
Corso Vercelli 2 – Torino
Aperto dal lunedì al sabato dalle 21,00 alle 12,30
Info: 011 7651610 info@cafeliber.it
Orario inaugurazione: 19:30
Esposizione di: * Giovanni Darone, Antonella Tambone e Maurizio Turinetto
Circolo Kalt
Via Botero 8 - Torino
Aperto da martedì al sabato dalle 19:30 alle 03:00
Info : 338.135.59.62; kalt.talk@gmail.com
Orario inaugurazione: 21:30
Esposizioni di: * Maurizio Turinetto (http://maurizioturinetto.beepworld.it), Lorenzo Favaro e Associazione NUR

Collettive Pittura

Circolo Ai tre bicchieri
Via Carlo Ignazio Giulio, 29D - Torino
Aperto dal lunedì al sabato ore 21,00 alle 24,00
Info: 339.620.28.42; info@3bicchieri.it
Orario inaugurazione: 19,30
Esposizioni di: * Marisa Trainelli, * Luciana Gallo, Laura Di Fazio e Stefania Siciliano
Circolo La Cadrega
Via Principessa Clotilde 23bis – Torino
Aperto dal Lunedì alla Domenica dalle 21,00 alle 02,00
Info : 011.48.27.15; cadregart@libero.it
Orario inaugurazione: 21:30
Esposizioni di: * Laura Di Fazio, * Nadia Lonardo, Marisa Trainelli, Luciana Gallo, Tiago Ramos e Monkys Evolution
Circolo Machè
Via della Consolata 9/G - Torino
Aperto dal lunedì alla domenica dalle 21,00 alle 02,00
Info: 011.436.41.22; info@mache.it
Orario inaugurazione: 21,30
Esposizioni di: * Tonichina, * Monkeys Evolution (http://www.monkeysevolution.org), Lucian Cojocaru e Stefania Siciliano
Circolo Pueblo
Corso Palestro 3 - Torino
Aperto dal mercoledì al sabato dalle 22:00 alle 02:00
Info : info@circolopueblo.com; www.circolopueblo.com
Orario inaugurazione: 21,30
Esposizioni di: * Stefania Siciliano, Lucian Cojocaru, Nadia Lonardo e Tonichina
Circolo Sud
Via Principe Tommaso 18 – Torino
Aperto dal martedì al sabato dalle 20:00 alle 04:00
Info: 339.264.27.16; circolo.sud@gmail.com
Orario inaugurazione: 21,30
Esposizioni di: * Lucian Cojocaru (http://www.scarfas.com), Tiago Ramos, e Monkeys Evolution
Nel corso della serata concerto di Luciano De Blasi e Sui Generis
Circolo Studio Mars
Via Tiziano 35 – Torino
Aperto lunedì e dal giovedì al sabato dalle 21:00 alle 02:00
Info: 340.231.09.52; studiomars.torino@yahoo.it
Orario inaugurazione: 21,30
Inaugurazioni di: * Tiago Ramos, Lucian Cojocaru e Nadia Lonardo
Circolo Oltrepò
Corso Sicilia 23 - Torino
Aperto dal Lunedì al Sabato dalle 19,00 alle 03.00
Info: 339.722.56.47
Esposizioni di: Laura di Fazio, Marisa Trainelli, Luciana Gallo e Tonichina

How does it feel? - something about Bob Dylan


COMPAGNIA TEATRALE ACCADEMIA DEI FOLLI

di Emiliano Poddi

Con
CARLO RONCAGLIA – VOCE E CHITARRA
ENRICO DE LOTTO – CONTRABBASSO
PAOLO DEMONTIS – ARMONICA
MARCO MATURO – CHITARRE E BOUZOUKI
DONATO STOLFI – PERCUSSIONI

ARRANGIAMENTI A CURA DI ENRICO DE LOTTO
VIDEO A CURA DI PIERLUCA GAMBETTA
Regia di Carlo Roncaglia

Sulla genialitá di questo “profeta” della musica popolare internazionale s’è già detto quasi tutto.
La sua produzione artistica da oltre quarant’anni fa scuola ed ha gettato basi consolidate per un ascolto che non è più il vecchio “mettiamo su un disco”. Quella voce nasale e graffiante, quel suono che ha radici nel folk, nel blues, nelle ballate della vecchia Europa; con testi ruvidi, incisivi, densi di messaggi stimolanti; oltre lo “slang” e un linguaggio per pochi.
E di cose ne ha dette, scomode, urtanti, vere. Lo hanno ascoltato milioni di persone, di ogni età. Ma al di là del divismo, che Dylan ha sempre evitato accuratamente, restano centinaia di canzoni, blues, ballate indimenticabili e poesie; soprattutto poesie, testi che da tempo hanno trovato attenzione e dignità anche nelle migliori antologie internazionali.

“Il più delle volte riesco a stare con tutti e due i piedi per terra, mi sembra di avere ogni cosa sotto controllo, il più delle volte metto bene a fuoco quello che voglio, e quello che voglio è fare musica folk.
Per questo me ne sono andato da casa, da Duluth. È stato un mese fa, sono saltato sul primo autobus per Minneapolis. Non c’era nessuno a salutarmi al mio arrivo, nessuno mi conosceva e a me andava bene così. Il perché ve l’ho detto, a me importa solo scrivere canzoni folk, sento che sono già da qualche parte nell’aria o dentro di me.”

Uno spettacolo tra musica e teatro, un viaggio di formazione attraverso l’America le sue radici e il suo “rinascimento”. Le immagini in bianco e nero scorrono sullo schermo mentre la narrazione ci svela il percorso umano e artistico di uno dei più interessanti e innovativi poeti del nostro tempo. Più che un tributo a Bob Dylan, un racconto accorato e insieme un reportage fotografico di un epoca e dei suoi fermenti; una visita a quella fabbrica di idee e di arte che è il Village newyorchese degli anni Sessanta.

domenica 14 febbraio 2010

Una foto riapre il giallo dell'Everest "Trovato il corpo di Andrew Irvine"

di LUIGI BIGNAMI
da repubblica.it

È l'8 giugno 1924. George Mallory e Andrew Irvine lasciano il loro campo avanzato per raggiungere la sommità dell'Everest, 8.848 metri. Sarebbero stati i primi uomini sul tetto del mondo. Dal campo base vengono seguiti con un binocolo fino a circa 250 metri dalla cima, poi scompaiono in una bufera di neve e non fecero mai più ritorno. Riuscirono a raggiungere la cima? Furono loro i primi uomini sul punto più alto del pianeta? Ora a distanza di 86 anni il corpo di Irvine è stato individuato su alcune fotografie a 8.425 metri: nel suo zaino potrebbe esserci la macchina fotografica con il rullino che immortalò la spedizione e forse, se arrivarono in vetta, il momento più bello.

Oggi si accetta ufficialmente che i primi uomini ad aver raggiunto la vetta dell'Everest furono Edmund Hillary e Tenzing Norgay nel 1953. Ma il dubbio rimane. Per dare una risposta definitiva Tom Holzel, uno storico statunitense, da anni sta cercando il corpo di Irvine, dopo essere venuto alla luce quello di Mallory nel 1999. Holzel ha fondato un gruppo, "The Andrew Irvine Search Committee", che queste settimane sostiene di aver centrato l'obiettivo: ha scoperto cioè, dove si trova Irvine e ora sta organizzando una spedizione per raggiungerlo.
Quando si scoprì il corpo di Mallory si sperava che nel suo zaino, da capo spedizione, vi potesse essere la macchina fotografica, ma la Vest Pocket Kodak non c'era. E il dubbio si fece più serio quando si scoprì che nelle tasche dell'alpinista non c'era la foto della moglie che egli portava con sé per lasciarla sulla cima della montagna. Per questo la ricerca di Irvine diventava ancor più importante.

Ora ecco l'annuncio di Holzel sulle pagine di Explorereweb: "Il corpo di Irvine si trova a 8.425 m sulla parte nord dell'Everest. Serve organizzare una spedizione che deve essere pronta entro la fine di febbraio, ma è necessario trovare gli sponsor per sostenere le spese che potrebbero aggirarsi attorno ai 200.000 dollari". La posizione del corpo di Irvine non è stata semplice da trovare. Spiega Holzel: "La scoperta di Irvine, sempre che di lui si tratti, si è potuta realizzare attraverso una sofisticata indagine condotta sulle fotografie aeree realizzate da Brad Washburn e dalla National Geographic Society nel 1984, le quali sono state sottoposte a un "microscopio trinoculare". Concentrandosi attorno alle rocce della Fascia gialla, dove si sarebbe dovuto trovare il corpo, abbiamo scoperto un punto scuro, anomalo rispetto alle aree vicine, il quale coinciderebbe con quanto osservò il cinese Xu Jing, che nel 1960 disse di aver visto un "corpo di un inglese" proprio in quell'area". Le fotografie aeree, trasformate da due in tre dimensioni, metterebbero in luce un corpo lungo circa un metro e 80 cm del quale si vedrebbero anche i piedi.

Alcuni forti scalatori, tra cui Thom Pollard alpinista e cineoperatore e Jake Norton, hanno già dato la loro adesione alla spedizione e se a primavera si riuscirà a raggiungere la Fascia Gialla è probabile che si possa risolvere uno dei più intriganti misteri della storia dell'alpinismo.

lunedì 8 febbraio 2010

Jovica Jovic, l'odissea del musicista in fuga


La sua fisarmonica ha 39 anni. Jovica Jovic l’ha acquistata appena arrivato in Italia, a Stradella, nel 1971. Per essere precisi è una fisarmonica cromatica, uno di quei modelli introvabili con i bottoni al posto della tastiera, difficilissima da suonare. Jovic è un serbo di etnia rom e a guardarlo sembra un elegante pensionato sulla cinquantina, sorridente e dai modi gentili. Ma, suo malgrado, ha una doppia vita. Quella ufficiale, che vive sui palchi di mezza Italia a fianco di artisti internazionali e assieme alla sua band “ I Muzikanti”. E quella da clandestino, cominciata nel 2007 e passata a nascondersi fra un accampamento e l’altro. Con un’unica colpa: avere un visto scaduto. di luca de vito
IL VIDEO RACCONTO DI JOVICA

«È incredibile - racconta - vivo in Italia da quarant’anni, sono sempre stato in regola e amato da tutti. Ma da due anni sono costretto a nascondermi, a vivere come un clandestino. Eppure non ho mai fatto niente di male». Jovic accetta di parlare nel chiuso di un garage del centro, perché «nelle mie condizioni le precauzioni non sono mai troppe». Insieme con lui, alcuni amici italiani che lo hanno conosciuto grazie alla sua attività artistica. Mauro Poletti, dell’associazione Terra del fuoco, segue da anni Jovica nella sua carriera di musicista. «La società dice Paoletti ha un atteggiamento schizofrenico nei confronti del maestro Jovic. Da una parte lo celebra come artista di fama internazionale: basti pensare che ha suonato per anni al binario 21 nel giorno della memoria della Shoah, e che ha collaborato con artisti del calibro di Piero Pelù, Moni Ovadia e Dario Fo. Dall’a ltra lo persegue come illegale e clandestino».

La vita del signor Jovic sembra un film di Kusturica, fatta di viaggi e colpi di scena, anche se il presente per adesso è amaro. Nato a Belgrado nel ‘52, ha imparato a suonare la fisarmonica ascoltando suo nonno, senza spartiti e senza metronomi. Un metodo che utilizza per insegnare ai trenta allievi del suo corso che tiene nella sede di “Terra del fuoco”, un corso di perfezionamento al quale può partecipare soltanto chi ha già una buona conoscenza della fisarmonica. In Italia ha lavorato e suonato senza problemi fino al 2007, quando è stato bloccato all’aeroporto di Roma e - a causa di un visto non rinnovato - rinchiuso in un Cpt, da cui è uscito solo per le sue precarie condizioni di salute e grazie all’a iuto di un medico.

Una settimana fa l’ultimo episodio di questa vita clandestina: il Comune di Rho - dove Jovic, con la sua famiglia, viveva negli accampamenti di via Magenta - gli ha recapitato un “avviso di imminente accertamento” sui suoi documenti. «Solo grazie a un nostro presidio - spiega Andrea Papoff, del centro sociale Fornace - siamo riusciti a impedire lo sgombero di Jovica e dei suoi parenti». E Jovic aggiunge preoccupato: «Le case accanto alla mia le hanno buttate giù, lasciando sulla strada tre famiglie. I miei parenti temono lo sgombero da un giorno all’altro. Mia moglie aspetta da mesi la possibilità di operarsi a un braccio e anch’io dovrei sottopormi a un intervento all’intestino».

Nonostante i consigli degli amici, però, Jovic si ostina a fumare. Fra le sue dita, un mozzicone che regge una torretta di cenere pericolante. «Prima o poi smetto», assicura, accennando un sorriso poco convinto. Poi torna serio e aggiunge con quella sua voce un po’ roca e un po’ lamentosa: «Mi appello a tutti gli artisti e a tutti gli intellettuali con cui ho lavorato. Vorrei poter rimanere in Italia e continuare con la mia vita di artista onesto. Il mio sogno? Un permesso di soggiorno ad honorem, per il contributo artistico che sto dando al vostro Paese».

domenica 7 febbraio 2010

Avatar - Aida: due film e tante analogie


Un gruppo di terrestri raggiunge Pandora, un pianeta con enormi alberi, per razziare un elemento raro, l’Unobtainium, capace di generare forti campi magnetici.
Pandora però è abitato da un popolo di umanoidi-felini dalla carnagione azzurra. E questo è un problema.
Le due razze si affrontano in una guerra devastante, ma uno degli invasori s’innamora di una guerriera e le cose cambiano...

Tecnologia e foresta
È la trama di Avatar, il film di James Cameron che mescola grafica 3D e riprese dal vivo. Un kolossal realizzato con una grafica computerizzata d’avanguardia e costato 140 milioni di €. Eppure, presenta analogie sorprendenti con un film italiano uscito nel 2001: Aida degli alberi, diretto da Guido Manuli con scenografie e direzione artistica di Victor Togliani. Un film costato 9 miliardi di lire (4,5 milioni di €) e che, scontrandosi con il primo Harry Potter, ha incassato solo 1 miliardo di lire.
Aida degli alberi. Regia di Guido Manuli, anno 2001, durata: 97’. Confronti
Guardando i fotogrammi e i bozzetti di Aida e alcune scene di Avatar, le somiglianze saltano all’occhio. «La nostra idea risale al 1999: Manuli voleva rivisitare l’Aida di Giuseppe Verdi e mi affidò la direzione artisca» racconta Togliani a Focus. «Dovevo inventare due mondi: Petra, la città di roccia del popolo tecnologico, e Arborea, la foresta di Aida. Gli abitanti di Petra vogliono prendere il prezioso legno di Arborea; ma il principe di Petra, Radames, s’innamora di Aida. Per il popolo della foresta Guido ha creato esseri metà uomo e metà felino, con la pelle azzurra, che vivono in un grande albero. La stessa scelta di Cameron».
Aida è stato il primo film italiano a fondere immagini 3D con l’animazione tradizionale. «Quando ho visto il film di Cameron ho pensato che avrà visto Aida e gli sarà piaciuto. Come sarà piaciuto ai 120 concept-designers che hanno realizzato le scene. Io avevo fatto tutto da solo» commenta Togliani.
Lo denuncerete per plagio? «Non penso abbia copiato: la storia è diversa. Ma mi fa piacere se l’ispirazione di un grande come Cameron è stata così vicina alla nostra» risponde Manuli

Guarda qui sotto tutte le analogie tra le due pellicole







Dal sito di focus

martedì 2 febbraio 2010

L'OSPITE INQUIETANTE

Il nichilismo che è la negazione di ogni valore è anche quello che Nietzsche chiama "il più inquietante fra tutti gli ospiti". Siamo nel mondo della tecnica e la tecnica non tende a uno scopo, non produce senso, non svela verità. Fa solo una cosa: funziona. Finiscono sullo sfondo i concetti di individuo, identità, libertà, senso, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione, storia, di cui si è nutrita l'età pretecnologica. Chi più sconta la sostanziale assenza di futuro che modella l'età della tecnica sono i giovani, contagiati da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, condannati a una deriva dell'esistere che coincide con il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona...