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mentono sapendo di mentine

giovedì 31 gennaio 2008

CAOS CALMO

IL BACKSTAGE
mms://mediaserver.kataweb.it/elemedia/trovacinema/trailers/caoscalmoback.wmv

Istria allo specchio.













CONFERENZA 12 FEBBRAIO 2008
Biblioteca Civica “Arduino” in Moncalieri – Via Cavour 31
martedì 12 febbraio 2008 ore 17.00

Alla conferenza parteciperanno Noemi Gallo, Assessore alla Cultura della Città di Moncalieri, Enrico Miletto*, storico dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea e autore del volume“Istria allo Specchio. Storia e voci di una terra di confine” , Fulvio Aquilante e Antonio Vatta, dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che incontreranno i cittadini e gli studenti per rievocare con loro gli eventi storici, l’esodo, i campi profughi e risponderanno alle loro domande.

“L’Istria è un luogo di pietre, mare e bora, vento impetuoso che trascina con sé il fascino e le contraddizioni di territori segnati dal dolore della popolazione slava, sottoposta alla dittatura fascista, e di quella italiana, una buona parte della quale, dopo aver subito sulla propria pelle i tratti violenti del regime di Tito, è costretta a intraprendere la dolorosa via dell’esodo. Uno spostamento forzato di popolazione riguardante non meno di 250.000 persone che, dai villaggi e dalle città, si dirigono verso l’Italia, dove trovano ad accoglierli una realtà fatta di isolamento, indifferenza e campi profughi.
Il libro ripercorre le vicende di una terra di confine, dagli anni bui del fascismo fino alla tragedia dell’esodo. È la storia di esistenze sospese, segnate da spaesamento e dolore, sogni e illusioni. Gli stessi sentimenti che scandiscono l’esistenza degli italiani che da queste terre hanno deciso di non partire, mantenendo vive, non senza fatica, la propria cultura e la propria identità”.
(da E. Miletto, Istria allo specchio. Storia e voci di una terra di confine, Edizioni FrancoAngeli, 2007)

*Enrico Miletto lavora come ricercatore presso l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” e la Fondazione Vera Nocentini. Autore di studi e ricerche sulla storia di Torino operaia, si occupa delle vicende legate all’esodo istriano e al confine orientale d’Italia. Ha pubblicato Sotto un altro cielo. Donne immigrate a Torino: generazioni a confronto (Angolo Manzoni, Torino 2004) e Con il mare negli occhi. Storia e memorie dell’esodo istriano a Torino (FrancoAngeli, Milano 2005).

giovedì 24 gennaio 2008

LE "CANZONI D'AUTRICE"
di Giovanna Marini
Giovedi 24 gennaio 2008 Teatro Matteotti Moncalieri
Con il suo quartetto vocale la folk-singer romana porterà in scena anche i classici brani del repertorio popolalare.

mercoledì 23 gennaio 2008

ricordi fuoriusciti

RICORDI FUORIUSCITI
Parole e musica per esuli di ogni tempo

Mercoledì 23 gennaio 2008, ore 21.00Teatro Don Bosco, Via Stupinigi, 1 – Rivoli (TO)
http://www.teatriindipendenti.org/index_interno.php
page=news

Rassegna cinematografica 7 doc


Rassegna cinematografica di film documentari dedicati al tema della mafia e della legalità
22 - 23 - 24 gennaio 2008ore 20.30
Cinema Fratelli Marx corso Belgio 53 TorinoIngresso 3 euro
scarica il pieghevole
Il cinema documentario diventa protagonista nella Circoscrizione 7 con la rassegna 7Doc che in questa prima edizione pone l’attenzione sul tema della mafia e della legalità.L’iniziativa è promossa da EIE, realtà piemontese attiva nella produzione e promozione di film documentari, evoluzione della esperienza pluriennale del gruppo Intermedia della Cooperativa Animazione Valdocco. EIE sviluppa e produce progetti di documentario a livello internazionale e organizza iniziative culturali in ambito cinematografico.7Doc è realizzato con il contributo della Circoscrizione 7, con il sostegno di Circuito Documè, Film Commission Piemonte, Associazione Libera, avvalendosi della collaborazione di enti operanti sul territorio locale e nazionale.Per la rassegna, composta da tre serate e una mattinata per le scuole,sono stati selezionati film documentari tra le migliori produzioni italiane dedicate al tema della mafia. L’intervento di esperti e testimoni offrirà una occasione di approfondimento e discussione
MARTEDI’ 22 GENNAIO ore 20.30
IN UN ALTRO PAESE (Italia, 2006, 92’) di Marco Turco prodotto da DoclabUn documentario che esamina il rapporto fra la mafia siciliana e lo Stato italiano negli anni della prima repubblica. Il film è incentrato sulla storia del maxi-processo di Palermo e dei due magistrati che lo hanno reso possibile, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A più di dieci anni dall'uccisione dei due grandi magistrati, il racconto di Alexander Stille, noto giornalista e scrittore statunitense, traccia un quadro inquietante della connivenza tra mafia e politica le cui ombre si estendono fino ad oggi. Miglior Documentario Italiano al Festival dei Popoli, Selezionato al Festival di Locarno
MERCOLEDI’ 23 GENNAIO ore 20.30
Introducono:Michele Marangi (critico cinematografico) Giorgio Manduca (Docvideo)
DIARIO DI UNA SICILIANA RIBELLE (Italia, 1996-98, 56’) di Marco Amenta prodotto da EurofilmRita Atria, una giovane siciliana di 17 anni, il 5 novembre 1991 si presenta al giudice per denunciare il sistema mafioso e, soprattutto, per vendicare gli assassini di suo padre e di suo fratello, entrambi facenti parte dell'organizzazione criminale. È la prima volta che una donna appartenente ad una famiglia mafiosa si ribella apertamente al sistema criminale tradizionalmente maschilista. Il film ha ottenuto successo in numerosi festival a livello internazionale.
BATTAGLIA (Italia, 2004, 58’) di Daniela ZanzottoA 37 anni, insieme alle tre figlie, Letizia Battaglia lascia il marito sposato a 16 anni e diventa giornalista, scoprendo anche una bruciante passione per la fotografia e la giustizia. Negli anni Settanta e Ottanta durante le grandi stragi di mafia, fotografa e documenta la società siciliana e, attraverso le sue coraggiose denunce, diventa una personalità di spicco nella lotta alla criminalità organizzata. Un ritratto intimo e appassionato di una donna che lotta per la libertà.
GIOVEDI’ 24 GENNAIO
OLTRE LA PAURA – BRUNO CONTRO LA MAFIA (Italia, 2007, 52’) di Alberto Colettaprodotto da Eie/IntermediaChe cos’è la Mafia? Paura. Controllo e potere. Codice del silenzio. Chi si ribella viene isolato, diffamato, minacciato di morte: sono troppe le persone che hanno perso la vita nella lotta contro Cosa Nostra. Bruno Piazzese ha denunciato la Mafia per combattere il racket. La Mafia ha risposto facendo esplodere la sua birreria tre volte. “Sei già morto” è l’ultima minaccia che Bruno ha ricevuto su un manifesto. La storia di Bruno filmata in “direct cinema”, nella sua vita sotto scorta, nelle aule bunker dei tribunali, nell’intimità dei suoi momenti di solitudine e riflessione. Sullo sfondo, una campagna elettorale in Sicilia, condizionata dalla lunga ombra della Mafia. La storia di un uomo normale che si trasforma giorno per giorno in simbolo della lotta contro l’illegalità.
Intervengono:Bruno Piazzese, Alberto Coletta, Don Luigi Ciotti, Gian Carlo Caselli,Piero Ramasso e Luca Deri.
7Doc è un’iniziativa ideata e promossa da EIE Con il contributo della Circoscrizione 7.Con il sostegno di: Associazione Libera, Circuito Documè, Film Commission Piemonte.In collaborazione con: Commissione Antimafia, Cooperativa Animazione Valdocco, Documentary in Europe, Docvideo.Per informazioni:Ufficio Informasette tel. 011.4435751EIE 3391392137 - 3280210832www.eiefilm.com - info@eiefilm.com

Gaza: foto dei varchi creati nel muro sul confine egiziano

http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/muro-gaza/1.html

martedì 22 gennaio 2008

i luoghi dello yiddish

I luoghi dello yiddish
Cinema

22 - 24 gennaio 2008Comunità ebraica / Sala valdese (Torino)Ingresso libero; prenotazione obbl. per le scuoleInfo: Tel.: +39 011 543830-202
http://www.goethe.de/ins/it/tur/kue/flm/it2874497.htm

Bar Franco italien

Bar franco italien prima assoluta
da martedì 22 gennaio a domenica 3 febbraio 2008
MANICA CORTA CAVALLERIZZA REALE TORINO ore 21
http://www.fondazionetpe.it/rettilario/tea_bar.html

lunedì 21 gennaio 2008

I luoghi dello yiddish

Cinema
22 - 24 gennaio 2008
Comunità ebraica / Sala valdese (Torino)
Ingresso libero; prenotazione obbl. per le scuole
Info: Tel.: +39 011 543830-202
farano@turin.goethe.org
Le proiezioni si terranno nei seguenti locali:
Comunità ebraica Piazzetta Primo Levi 12
Sala valdese Corso Vittorio Emanuele 23

Martedì 22 gennaio, ore 20.30
(@ Comunità ebraica)
Un giorno a Varsavia di Shaul e Yitzhak Goskind, Polonia, 1938, 10 min.
Il Dybbuk di Michael Waszynski, Polonia, 1937, 123 min.
Tratto dal celebre dramma di Anski apparso nel 1911, Il Dybbuk è certamente il film più famoso e coinvolgente della cinematografia in lingua yiddish: la vicenda della giovanissima Leah, innamorata di un povero studente, ma costretta da un padre avido a sposarsi contro il suo volere, la colonna sonora e la voce straordinaria del cantore Gerszon Sirota rendono la pellicola la più immediata ed emozionante espressione della cultura yiddish polacca.
Un giorno a Varsavia fa parte di una serie di cinque documentari di dieci minuti ciascuno, presentati nel corso di questa rassegna, che descrivono la vita e i luoghi delle più importanti comunità ebraiche della Polonia, quelle delle città di Varsavia, Cracovia, Białystok, Lwow e Vilna. La rappresentazione vivace e immediata delle strade, delle case e delle attività costitutiscono un’importantissima testimonianza di un mondo che di lì a poco sarebbe scomparso nel khurbn ("shoah" in yiddish).
Introduce la proiezione Alessandra Cambatzu.

Mercoledì 23 gennaio, ore 20.30
(@ Comunità ebraica)
Vita ebraica a Vilna di Shaul e Yitzhak Goskind, Polonia, 1938, 10 min.
Il Dybbuk (repl.)

Giovedì 24 gennaio, ore 20.30
(@ Comunità ebraica)
Vita ebraica a Bialystock, Cracovia e Lwow di Shaul e Yitzhak Goskind, Polonia, 1939, 30 min.
Fishke der Krumer (Fishke lo zoppo) di Edgard G. Ulmer, USA, 1939, 94 min.
Il film è basato su uno dei più bei romanzi di M. M. Sfoyrim, Fishke der Krumer: la tenera storia d’amore tra il protagonista e Hodel “la gobba”, sullo sfondo di Odessa, sede nella seconda metà del XIX secolo della più numerosa comunità ebraica della Russia. Interpretato da alcuni tra i più brillanti attori dell’allora fiorente teatro yiddish newyorkese, il film è al tempo stesso romantico ed espressionista. Uscì nei cinema degli Stati Uniti il 22 settembre del 1939, alla vigilia della catastrofe che stava per abbattersi sulla comunità ebraica europea.
Introduce la proiezione Alessandra Cambatzu.

Mercoledì 23 e giovedì 24 gennaio, ore 9.00
(@ Sala valdese)
Il Dybbuk di Michael Waszynski, Polonia, 1937, 123 min.
(proiezioni per le scuole).

Tutti i film sono proiettati in versione originale in yiddish con sottotitoli italiani.
I film sono presentati in versione restaurata a cura del National Center For Jewish Film.
L’ingresso alle proiezioni è libero fino a esaurimento dei posti in sala.
Per le proiezioni per le scuole è necessario prenotare (tel. 011 65 85 85).
Organizzazione:
Comunità ebraica di Torino, Goethe-Institut Italien
In collaborazione con e con l’adesione di:
Amicizia ebraico-cristiana, The National Center for Jewish Film

giovedì 17 gennaio 2008

Basilicata in scena

Basilicata autentica

Requiem for a Dying Planet

Piccolo Regio Laboratorio 2007-2008
Requiem for a Dying Planet
Dallo spazio al mondo sottomarino con il cinema di Werner Herzog. Un cine-concerto con la presenza in sala del regista tedesco
Piccolo Regio “G. Puccini”, Giovedì 17 Gennaio 2008 ore 21
Il cine-concerto Requiem for a Dying Planet, giovedì 17 gennaio alle ore 21, per la Stagione del Piccolo Regio Laboratorio, propone l’esecuzione dal vivo della colonna sonora di The White Diamond (2004) e di The Wild Blue Yonder (presentato a Venezia nel 2005, vincitore del Premio Fipresci) e la proiezione sullo schermo di scene tratte dai due film, tra le opere più affascinanti del regista tedesco Werner Herzog, autore dell’indimenticabile Fitzcarraldo (1982). La musica ha sempre avuto un ruolo centrale nell’arte di Herzog. Non è mai stata un’aggiunta, ma sempre parte integrante di ogni sua creazione; nei suoi film più recenti la utilizza per compiere un passo ulteriore: «Voglio usare l’immaginazione e il suono in un modo che non avete mai incontrato prima» così scrive all’inizio della produzione di The Wild Blue Yonder, un viaggio sospeso tra il documentario e la fantascienza, tra immersioni subacquee e missioni spaziali. Un film che mostra immagini inedite della Nasa, mescolate a riprese degli abissi sotto la calotta antartica. Un racconto per immagini dell’eterno sogno dell’uomo: trovare un altro mondo, più puro, senza conflitti. Come anche in The White Diamond, titolo del film e anche nome del dirigibile a bordo del quale il regista partecipò a una spedizione sorvolando le più remote foreste tropicali della Guyana. Su queste immagini memorabili, le musiche di un ensemble inconsueto, in cui si miscelano il violoncello del compositore olandese Ernst Reijseger (autore di tutto il materiale sonoro), la voce del senegalese Mola Sylla e le polifonie del gruppo Concordu e Tenore de Orosei, quintetto di voci tradizionali sarde. Reijseger, violoncellista dall’età di otto anni, comincia negli anni Settanta la sua avventura musicale nel contesto dell’improvvisazione e nell’85 riceve il più importante premio del jazz olandese (Boy Edgar Prijs). Numerose le sue collaborazioni: con l’Orchestra ICP di Misha Mengelberg e con artisti del calibro di Louis Sclavis, Trilok Gurtu, le Voches de Sardinna e Franco D’Andrea. Mola Sylla, originario di Dakar, vive ad Amsterdam dall’87, musicista e cantante, usa il Wolof, l’antica lingua africana parlata ancora dalla maggior parte dei senegalesi, per ricordare le antiche leggende del suo popolo. Custodi fedeli all’eredità musicale ricevuta dai cantori anziani, i Concordu e Tenore de Orosei eseguono nelle due particolari modalità a Tenore e Concordu, i Gotzos (canti della Passione di Cristo), le serenate d’amore e tutto il repertorio canoro sacro e profano del loro paese. L’effetto finale è quello di una trance fuori dal tempo, un intreccio ipnotico di ingredienti per un’audace coesione tra nord e sud del mondo, tra il jazz d’avanguardia e le più antiche tradizioni musicali. Il cine-concerto ricrea dal vivo le magiche atmosfere dei film, presenta musicisti autori delle musiche e li confronta con un montaggio video appositamente realizzato, uno spettacolo multimediale frutto della combinazione tra suono e immagine.
Werner Herzog, presente in quei giorni a Torino, ha assicurato la sua presenza in sala. Il concerto è infatti inserito nell’ambito di Segni di vita – Werner Herzog e il cinema, omaggio dedicato al regista dal Museo Nazionale del Cinema che prevede una retrospettiva completa di tutti i suoi film (a partire dal 15 gennaio), una mostra multimediale ospitata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (16 gennaio-10 febbraio) e un laboratorio con il regista presso la Scuola Holden. L’iniziativa si avvale del contributo della Città di Torino.I biglietti a 7,50 euro sono in vendita presso la Biglietteria del Teatro Regio (piazza Castello 215 - tel. 011.8815.241/242 - e-mail) e un’ora prima dello spettacolo alla Biglietteria del Piccolo Regio. Lo spettacolo fa parte del programma Al Regio in famiglia che prevede l’ingresso gratuito per ogni giovane fino a 16 anni e il biglietto ridotto per gli accompagnatori adulti.
Per informazioni: Tel. 011.8815.557 - e-mail.
Torino, 20 Dicembre 2007
Paola GiuntiCapo Ufficio Stampa

Ufficio Stampa Teatro Regio Torino - Tel. 011.8815.229/239/233

Franca Rame: le mie dimissioni. Roma, 15 gennaio 2008

Gentile Presidente Marini,
con questa lettera Le presento le mie dimissioni irrevocabili dal Senato della Repubblica, che Lei autorevolmenterappresenta e presiede.
Una scelta sofferta, ma convinta, che mi ha provocato molta ansia e anche malessere fisico, rispetto la quale mi pare doveroso da parte mia riepilogare qui le ragioni.
In verità basterebbero poche parole, prendendole a prestito da Leonardo Sciascia: «Non ho, lo riconosco, il dono dell’opportunità e della prudenza, ma si è come si è».
Il grande scrittore siciliano è, in effetti, persona che sento molto vicina, (eravamo cari amici) sia per il suo impegno culturale e sociale di tutta la vita, sia perché a sua volta, nel 1983, a fine legislatura decise di lasciare la Camera dei Deputati per tornare al suo lavoro di scrittore.
Le mie motivazioni, forse, non sono dissimili dalle sue. Del resto, io mi sono sentita “prestata” temporaneamente alla politica istituzionale, mentre l’intera mia vita ho inteso spenderla nella battaglia culturale e in quella sociale, nella politica fatta dai movimenti, da cittadina e da donna impegnata. E questo era ed è il mandato di cui mi sono sentita investita dagli elettori: portare un contributo, una voce, un’esperienza, che provenendo dalla società venisse ascoltata e magari a tratti recepita dalle istituzioni parlamentari.
Dopo 19 mesi debbo constatare, con rispetto, ma anche con qualche amarezza, che quelle istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato.
Ma andiamo per ordine.
Nel marzo del 2006, l’Italia dei Valori mi propose di candidarmi come senatrice alle elezioni. Ho riflettuto per un mese prima di sciogliere la mia riserva, mossa da opposti sentimenti, ma alla fine ho maturato la convinzione che per contribuire a ridurre i danni prodotti al Paese dal governo retto da Silvio Berlusconi e dall’accentramento di poteri da lui rappresentato, ogni democratico dovesse impegnarsi in prima persona nell’attività politica.
Ho infine accettato, ringraziando l’On. Di Pietro per l’opportunità che mi aveva offerto, pensando, senza presunzione, che forse avrei potuto ricondurre alle urne, qualcuna o qualcuno dei molti sfiduciati dalla politica.
Ecco così che il 12 aprile 2006 mi sono ritrovata a far parte, alla mia giovane età (!!), del Senato della Repubblica carica d’entusiasmo, decisa a impegnarmi in un programma di rinnovamento e progresso civile, seguendo le proposte portate avanti durante la campagna elettorale dell’Unione, soprattutto quella di riuscire a porre fine all’enorme e assurdo spreco di denaro pubblico.
Ho così impegnato la mia indennità parlamentare per lavorare in questa direzione, anche organizzando (giugno 2006) un convegno con un gruppo di professionisti tra i più valenti, al fine di tracciare le linee di un progetto in grado di tagliare miliardi di euro di spese dello Stato nel settore dei consumi energetici, delle disfunzioni della macchina giudiziaria e dell’organizzazione dei servizi.
A questo convegno ho invitato Senatori della commissione ambiente e altri che ritenevo sensibili ai temi in discussione.
Non ne è venuto uno.
Ho inoltre presentato un disegno di legge (4 luglio 2006) con cui chiedevo che i funzionari pubblici, condannati penalmente, venissero immediatamente licenziati, trovando su questo terreno l’adesione di parlamentari impegnati nella stessa direzione, quali i Senatori Formisano, Giambrone, Caforio, D’Ambrosio, Casson, Bulgarelli, Villecco Calipari, Russo Spena e molti altri, compresi numerosi deputati.
È nato così il progetto delle “10 leggi per cambiare l’Italia”.
Ho anche acquistato spazi su alcuni quotidiani e sul web, per comunicare i punti essenziali di questo progetto. Ma anche questa iniziativa non ha suscitato interesse nei dirigenti dei partiti del centro sinistra.
Nei quasi due anni trascorsi in Senato, ho presentato diverse interrogazioni.
Tutte rimaste senza risposta.
Ho presentato numerosi emendamenti, ma non sono stati quasi mai accolti.
Questa, per la verità, è la sorte che capita a quasi tutti i Senatori.
In seguito a una inchiesta da me condotta sul precariato in Parlamento, sei mesi fa mi sono impegnata nella stesura di un disegno di legge (presentato 18 luglio) in difesa dei diritti dei collaboratori dei parlamentari: illegalità, evasione contributiva e sfruttamento proprio all’interno della istituzione parlamentare!
Mi sono contemporaneamente impegnata su questioni drammatiche e impellenti, quali la necessità che il Ministero della Difesa riconoscesse lo status di “vittime di guerra” ai reduci dei conflitti nei Balcani, Iraq e Afghanistan, avvelenati dai residui dell’esplosione dei proiettili all’uranio impoverito.
Quanti sono i militari deceduti? Mistero.
Quanti gli ammalati ignorati senza assistenza medica né sostegno economico? Mistero. Le cifre che si conoscono sono molto contraddittorie .
Quello che si sa con certezza è che ci sono famiglie che per curare il figlio si sono dissanguate e alla morte del congiunto non avevano nemmeno i mezzi per pagare la tomba.
Anche per questa tragica campagna d’informazione ho acquistato spazi su quotidiani e web. Grazie ad alcuni media e a “Striscia la notizia” di Antonio Ricci, il problema è stato portato per quattro volte al grande pubblico: giovani reduci dei Balcani gravemente colpiti, raccontavano la tragedia che stavano vivendo. Dopo tanto insistere, finalmente il Ministro Parisi, se ne sta occupando: speriamo con qualche risultato concreto.
Posso dire serenamente di essermi, dall’inizio del mio mandato a oggi, impegnata con serietà e certamente senza risparmiarmi. Ma non posso fare a meno di dichiarare che questi 19 mesi passati in Senato sono stati più duri e faticosi della mia vita.
Avolte mi capita di pensare che una vena di follia serpeggi in quest’ambiente ovattato e impregnato di potere, di scontri e trame di dominio.
L’agenda dei leader politici è dettata dalla sete spasmodica di visibilità, conquistata gareggiando in polemiche esasperate e strumentali, risse furibonde, sia in Parlamento che in televisione e su i media. E spesso lo spettacolo a cui si assiste non “onora” gli “Onorevoli”.
Al Senato non si usa ascoltare chi interviene, anche se l’argomento trattato è più che importante. No, la maggior parte dei presenti chiacchiera, telefona su due, tre cellulari, legge il giornale, sbriga la corrispondenza…
In Senato, che ho soprannominato “il frigorifero dei sentimenti” non ho trovato senso d’amicizia. Si parla... sì, è vero... ma in superficie. Se non sei all’interno di un partito è assai difficile guadagnarsi la “confidenza”. A volte ho la sensazione che nessuno sappia niente di nessuno... O meglio, diciamo che io so pochissimo di tutti.
In Aula, quotidianamente, in entrambi gli schieramenti (meno a sinistra per via dei numeri risicati), vedi seggi vuoti con il duplicato della tessera da Senatore inserita nell’apposita fessura, con l’intestatario non presente: così risulti sul posto, anche se non voti e non ti vengono trattenuti 258 euro e 35 centesimi per la tua assenza, dando inoltre la possibilità
ai “pianisti” di votare anche per te, falsando i risultati.
Questo comportamento in un Paese civile, dove le leggi vengono applicate e rispettate, si chiama “truffa”.
La vita del Senatore non è per niente comoda e facile per chi voglia partecipare seriamente ed attivamente ai lavori d’Aula. Oltre l’Aula ci sono le commissioni. Ne ho seguite quattro: Infanzia, Uranio impoverito, Lavori pubblici e comunicazione, Vigilanza Rai.
Avolte te ne capitano tre contemporaneamente e devi essere presente a ognuna o perché è necessario il numero legale o perché si deve votare.
È la pazzia organizzata!
Se queste riunioni si facessero via web si ridurrebbero i tempi e si potrebbe arrivare velocemente alle conclusioni, ma l’era del computer non ha ancora toccato i vertici dello Stato!
E tutto questo attivismo produce un effetto paradossale: la lentezza.
Si va lenti… “lenti” in tutti i sensi.
Nel nostro Parlamento l’idea del tempo è quella che probabilmente hanno gli immortali: si ragiona in termini di ere geologiche, non certo sulla base della durata della vita umana e degli impellenti bisogni della gente.
Oltretutto mi sento complice di una indegnità democratica. Stiamo aspettando da 19 mesi, che vengano mantenute le promesse fatte in campagna elettorale. Non è stata ancora varata, ad esempio, la legge sul conflitto d’interessi, e ritengo questo ritardo gravissimo. Non è stata liberata la Rai dai partiti, non è stato fissato un antitrust sulle televisioni, mentre in compenso tutte le leggi del governo Berlusconi, assai criticate anche all’estero, sono in vigore, il falso in bilancio continua a essere depenalizzato, la ex Cirielli continua a falcidiare migliaia di processi.
Contemporaneamente il governo ha bloccato il processo sul sequestro di Abu Omar sollevando due conflitti d’attribuzione davanti alla Corte costituzionale. E ha creato i presupposti perché al Pubblico Ministero Luigi De Magistris vengano tolte le indagini su politici di destra e di sinistra e il Giudice Clementina Forleo venga fatta passare per esaltata e bizzarra.
Nonostante gli impegni programmatici sulla legge Bossi-Fini e sui Centri di permanenza temporanea, che sarebbe più appropriato definire centri di detenzione, dove sono negati i diritti più elementari, non ci sono novità. Ora stiamo aspettando anche in Senato il disegno di legge che vieta ai giornali di pubblicare le intercettazioni e gli atti d’indagini giudiziarie, già votato alla Camera da 447 deputati, con soli 7 astenuti e nessun contrario.
Come andrà in Senato? In tante occasioni ho fatto prevalere, sui miei orientamenti personali la lealtà al governo e allo schieramento in cui sono stata eletta, ma questa volta non potrei che votare contro.
Il Paese si trova in gran difficoltà economica: disoccupazione, precarietà, caro vita, caro affitti, caro tutto... pane compreso.
Che dire della lontananza sconvolgente che c’è tra il governo e i reali problemi della popolazione?
E che dire dei 1030 morti sul lavoro nel solo 2007 (cifra peraltro destinata a crescere con la stabilizzazione dei dati Inail). Ben venga il disegno di legge del ministro Damiano e il nuovo Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro.
Non è mai troppo tardi.
Solo un po’...
Che dire dell’indulto di “tre anni” approvato con una maggioranza di 2/3 del Senato, con l’appoggio di UDC, Forza
Italia e AN?
Era certamente indispensabile alleggerire il disumano e incivile affollamento delle carceri, ma con un criterio che rispondesse davvero al problema nella sua essenza, con un progetto di riforma strutturale del sistema penitenziario, con il coinvolgimento delle innumerevoli associazioni del volontariato privato-sociale, che storicamente operano sul
territorio nazionale e locale.
A migliaia si sono trovati per strada e molti senza un soldo né una casa, né tanto meno un lavoro. Dodici donne italiane e straniere furono dimesse dal carcere di Vigevano a notte fonda in piena e desolata campagna!
La notte stessa e nei mesi a seguire, circa il 20% degli scarcerati è ritornato in cella. Sono anni che le carceri scoppiano... nessuno ha mai mosso un dito. Di colpo arriva l’indulto!
È difficile non sospettare che il vero obiettivo di questa legge proposta dal governo, fosse soprattutto quello di salvare, in fretta e furia, dalla galera importanti e noti personaggi incriminati, industriali e grandi finanzieri, e
soprattutto politici di destra e qualcuno anche di sinistra...
Che dire dei deputati e senatori condannati e inquisiti che ogni giorno legiferano e votano come niente fosse?
Che dire di una finanziaria insoddisfacente alla quale siamo stati obbligati a dare la fiducia, altrimenti non avrebbe avuto i voti per passare?
Che dire del consenso dato dal governo Prodi nel 2006 e riconfermato, “di persona” dal Presidente Napolitano a Bush nel 2007, per la costruzione della più grande base americana d’Europa a Vicenza?
Gli impegni presi da Berlusconi sono stati mantenuti.
I vicentini hanno diritto di manifestare in centinaia di migliaia, con la solidarietà di molti italiani, ma non di ottenere attenzione e rispetto delle proprie ragioni.
Che dire del costante ricatto, realizzato da questo o quell’onorevole, di far cadere il governo per cercare di ottenere privilegi o cariche?
Quante volte, per non farlo cadere, ’sto benedetto governo, ho dovuto subire il ricatto e votare contro la mia coscienza? Troppe. Tanto da chiedermi spesso: “Cosa sono diventata? La vota rosso-vota verde?”.
Avrei voluto da questo governo un atteggiamento più deciso nel ritiro delle truppe dall’estero, in particolare dai teatri di conflitti ancora aperti e sanguinosi come in Afghanistan, dove il nostro ruolo è sempre più belligerante.
E invece le spese militari aumentano di anno in anno.
La prima volta che ho sentito forte la necessità di allontanarmi da questa politica svuotata di socialità, è stato proprio con il rifinanziamento delle missioni italiane “di pace” all’estero. Ero decisa a votare contro, ma per senso di responsabilità, e non mi è stato facile, mi sono dovuta ancora una volta piegare. E non mi è piaciuto proprio. Credo che il mio malessere verso queste scelte sia ampiamente condiviso dai molti cittadini che hanno voluto questo governo, e giorno dopo giorno hanno sentito la delusione crescere, a seguito di
decisioni sempre più distanti da loro, decisioni che li hanno alla fine, allontanati dalla politica.
In queste condizioni non mi sento di continuare a restare in Senato dando, con la mia presenza un sostegno a un governo che non ha soddisfatto le speranze mie e soprattutto quelle di tutti coloro che mi hanno voluta in Parlamento e votata. La prego quindi signor Presidente di mettere all’ordine del giorno dell’Assemblea le mie irrevocabili dimissioni.
Non intendo abbandonare la politica, voglio tornare a farla per dire ciò che penso, senza ingessature e vincoli, senza dovermi preoccupare di maggioranze, governo e alchimie di potere in cui non mi riconosco.
Non ho mai pensato al mio contributo come fondamentale, pure ritengo che stare in Parlamento debba corrispondere non solo a un onore e a un privilegio ma soprattutto a un dovere di servizio, in base al quale ha senso esserci, se si contribuisce davvero a legiferare, a incidere e trasformare in meglio la realtà. Ciò, nel mio caso, non è successo, e non per mia volontà, né credo per mia insufficienza.
È stato un grande onore, per il rispetto che porto alle Istituzioni fondanti della nostra
Repubblica, l’elezione a Senatrice, fatto per il quale ringrazio prima di tutto le donne e gli uomini che mi hanno votata, ma, proprio per non deludere le loro aspettative e tradire il mandato ricevuto, vorrei tornare a dire ciò che penso, essere irriverente col potere come lo sono sempre stata, senza dovermi mordere in continuazione la lingua, come mi è capitato troppo spesso in Senato.
Mi scuso per la lunga lettera, signor Presidente, ma sono stata “in silenzio” per ben 19 mesi!
Roba da ammalarmi!
Prima di accomiatarmi non posso non ricordare quelle colleghe e colleghi di gran valore intellettuale e politico che ho avuto l’onore di conoscere. Tra questi una particolare gratitudine va ad Antonio Boccia, che fin dall’inizio mi ha tenuta sotto la sua ala protettrice con amichevole affetto, consigliandomi e rincuorandomi nei momenti difficili.
Un pensiero particolare al Ministro Di Pietro e i Senatori di Italia dei Valori e a chi ha dimostrato simpatia nei miei riguardi.
Rimane il rammarico di non aver potuto frequentare, se non rarissime volte, i colleghi oltre le mura del Senato.
Infine un ringraziamento sentito alla Senatrice Binetti e al Senatore Tomassini che con grande
umanità hanno superato le ideologie che ci dividono, per soccorrere uniti, un bimbo di 6 anni in grande difficoltà.
Augurandomi che Lei possa comprendere le mie motivazioni, desidero ringraziarLa per la gentilezza e disponibile accoglienza che mi ha accordato.
La saluto con stima sincera
Franca Rame
www.francarame.it

Travaglio su Mastella's family

"Caro Beppe,siamo tutti costernati e affranti per quanto sta accadendo al cosiddetto ministro della Giustizia Clemente Mastella e alla sua numerosa famiglia, nonché al suo partito, che poi è la stessa cosa. Costernati, affranti, ma soprattutto increduli per la terribile sorte che sta toccando a tante brave persone. Infatti, oltre alla signora Sandra, presidente del Consiglio regionale della Campania, sono finiti agli arresti il consuocero Carlo Camilleri, già segretario provinciale Udeur; gli assessori regionali campani dell’Udeur Luigi Nocera (Ambiente) e Andrea Abbamonte (Personale); il sindaco di Benevento dell’Udeur, Fausto Pepe, e il capogruppo Udeur alla Regione, Fernando Errico, e il consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro e altri venti amministratori dell’Udeur. In pratica, hanno arrestato l’Udeur (un mese fa era finito ai domiciliari l’unico sottosegretario dell’Udeur, Marco Verzaschi, per lo scandalo delle Asl a Roma, mentre un altro consigliere regionale campano, Angelo Brancaccio, era finito in galera prima dell’estate quando era ancora nei Ds, ma appena uscito di galera era entrato nell’Udeur per meriti penali). Mastella, ancora a piede libero, è indagato a Catanzaro nell’inchiesta "Why Not" avviata da Luigi De Magistris e avocata dal procuratore generale non appena aveva raggiunto Mastella, che intanto non solo non si era dimesso, ma aveva chiesto al Csm di levargli dai piedi De Magistris. S’è dimesso invece oggi, Mastella, ma per qualche minuto appena: poi Prodi gli ha respinto le dimissioni, lasciandolo al suo posto che – pare incredibile – ma è sempre quello di MINISTRO DELLA GIUSTIZIA. La sua signora, invece, non s’è dimessa (a Napoli, di questi tempi, c’è perfino il rischio che le dimissioni di un politico vengano accolte): dunque, par di capire, dirigerà il Consiglio regionale dai domiciliari, cioè dal salotto della villa di Ceppaloni.
Al momento nessuno sa nulla delle accuse che vengono mosse a lei e agli altri 29 arrestati. Ma l’intero Parlamento – con l’eccezione, mi pare, di Di Pietro e dei Comunisti Italiani – s’è stretto intorno al suo uomo più rappresentativo, tributandogli applausi scroscianti e standing ovation mentre insultava i giudici con parole eversive, che sarebbero parse eccessive anche a Craxi, ma non a Berlusconi: insomma la casta (sempre più simile a una cosca) ha già deciso che le accuse - che nessuno conosce - sono infondate e gli arrestati sono tutti innocenti. A prescindere. Un golpetto bianco, anzi nero, nerissimo, in diretta tv.
Nessuno, tranne Alfredo Mantovano di An, s’è domandato come facesse il ministro della Giustizia a sapere che sua moglie sarebbe stata arrestata e a presentarsi a metà mattina alla Camera con un bel discorso scritto, con tanto di citazioni di Fedro: insomma, com’è che gli arresti vengono annunciati ore prima di essere eseguiti? E perché gli arrestandi non sono stati prelevati all’alba, per evitare il rischio che qualcuno si desse alla fuga? Anche stavolta, la fuga di notizie è servita agli indagati, non ai magistrati. E, naturalmente, al cosiddetto ministro.
Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, anziché aprire una pratica a tutela dei giudici aggrediti dal ministro, ha subito assicurato "solidarietà umana" al ministro e ai suoi cari (dobbiamo prepararci al trasferimento dei procuratori e del gip di Santa Maria Capua Vetere, sulla scia di quanto sta accadendo per De Magistris e Forleo?). Il senatore ambidestro Lamberto Dini ha colto l’occasione per denunciare un "fatto sconvolgente: i magistrati se la prendono con le nostre mogli" (la sua, Donatella, avendo fatto fallimento con certe sue società, è stata addirittura condannata a 2 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta, pena interamente indultata grazie anche a Mastella). Insomma, è l’ennesimo attacco ai valori della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio: dopo l'immunità parlamentare, occorre una bella immunità parentale. Come fa osservare la signora Sandra Lonardo in Mastella dai domiciliari, "questo è l’amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo". Che aspettano a invitarli a parlare alla Sapienza?." Marco Travaglio

3. Concorso Fotografico "Immagini - Orizzonte Cultura"

3. Concorso Fotografico "Immagini - Orizzonte Cultura" Scadenza: 15 febbario 2008
L'associazione "Orizzonte Cultura", con il patrocino del Comune di Quarrata e della Provincia di Pistoia, nonché grazie al supporto dei sostenitori visibili sul sito www.orizzontecultura.org , indice la II edizione del concorso fotografico "Immagini - Orizzonte Cultura" dedicato a Tiziano Terzani.
Il concorso si articola in 4 sezioni:
A) "GENTE" - Destinata ad opere fotografiche aventi per tema le persone.
B) "NATURA" - Destinata ad opere fotografiche aventi per tema l'ambiente.
C) "CITTÁ" - Destinata ad opere fotografiche aventi per tema la vita urbana.
D) "TEMA LIBERO" - Destinata ad opere fotografiche aventi per tema soggetti che non rientrano in alcuna delle precedenti categorie.
Al concorso possono partecipare tutti gli appassionati di fotografia senza distinzione alcuna inviando non più di tre foto per categoria (è ammessa la partecipazione contestuale a sezioni differenti fermo restando il limite massimo di tre opere per singola categoria).
Ad ogni autore - unico e solo responsabile del contenuto delle proprie opere - è lasciata la più ampia libertà d'interpretazione limitatamente al tema indicato, tuttavia saranno escluse dal concorso le immagini ritenute dai giurati lesive del buon gusto e della decenza.

lunedì 14 gennaio 2008

SEGNI DI VITA
Werner Herzog e il cinema
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