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mentono sapendo di mentine

sabato 24 aprile 2010

La sfida ad alta quota tra Edurne e Miss Oh Chi sarà la prima a scalare tutti gli Ottomila?


Oh Eun Sun insieme con Edurne Pasaban per un tè sotto la tenda.
In realtà, le due alpiniste si detestano (foto dal sito www.montagna.tv)
L'una è basca, l'altra è sudcoreana; a una manca la vetta del Shisha Pangma, all'altra l'Annapurna. Sponsor, televisioni e spostamenti in elicottero trasformano però la loro corsa "rosa" alla conquista del titolo in una specie di reality show che poco ha a che fare con lo spirito dell'alpinismo
di LAURA FUGNOLI
Dicono che appena conquistati tutti gli Ottomila del mondo si cercheranno dei fidanzati e proveranno un'altra difficile impresa: diventare madri. Per ora i loro amanti, cattivi, nervosi, rischiosissimi e gelidi si chiamano Annapurna e Shisha Pangma; uno sta in Nepal, l'altro in Tibet.

Edurne Pasaban, basca trentasettenne e Oh Eun Sun, sudcoreana di 44 anni, in queste ore si stanno giocando un record: essere le prime donne a raggiungere tutti e 14 gli Ottomila del globo. A Edurne manca il Shisha Pangma, la più bassa fra le cime himalayane, 8046 metri; per Eun Sun da conquistare ci sono gli 8091 metri dell'Annapurna, montagna ben più insidiosa.
Ma non si può dire che una sia avvantaggiata rispetto all'altra; basta una giornata troppo calda o una bufera in più e tutto può cambiare. Poche ore, o pochi giorni, e la sfida finirà, con i suoi costi fisici e i vistosi investimenti di sponsor e tv. Edurne ha conquistato la penultima vetta, che per lei era proprio l'Annapurna, il 17 aprile scorso portandosi in cima uno stuolo di cameramen e fotografi, oltre che accompagnatori e sherpa: una trentina di persone in tutto, alcuni piazzati nei campi base a 5 e 7 mila metri, altri (la troupe di "Al filo de lo imposible") con lei fino alla cima. Perché, ormai, le montagne si salgono solo se c'è già il film pronto da vendere.

Di corsa, per farla in barba all'amica-nemica coreana, Edurne ha piazzato chiodi e corde fisse ed ha anticipato la collega, pur sapendo che violare l'Annapurna a metà aprile vuol dire rischiare di trovare troppa neve. C'è arrivata dopo aver scansato una enorme valanga e, una volta raggiunta la cima, si è infilata in un elicottero e si è fiondata alla base del Shisha, pronta per il prossimo attacco.


Il faraonico carrozzone di Oh Eun Sun si è mosso diversamente. La coreana bazzica l'Annapurna dall'autunno scorso, quando ha già tentato invano l'approccio. Era già a quota 13 Ottomila ed era convinta di spuntarla anche sull'altra himalaysta in corsa, l'austriaca Gerlinde Kaltenbrunner, rimasta indietro a 12 cime. Invece è stata rispedita a casa da una bufera interminabile. Miss Oh ha dovuto a quel punto far trascorrere l'impossibile inverno himalayano prima di tornarci, a fine marzo. Si è acclimatata, ha preparato tutto per bene e ha programmato la salita nel momento giudicato opportuno dai suoi meteorologi (fissi al campo base) per la fine di questo mese.

Poi però è arrivata Edurne come una furia e le ha rovinato i piani. Ora sono 13 a 13, e nonostante si siano fatte fotografare in tenda mentre bevono affabilmente il tè insieme, in realtà si detestano. E' una gara che "fa fare solo brutta figura alle donne", dice Nives Meroi, friulana con 11 Ottomila in carnet: "Edurne e Miss Oh si limitano a imitare gli uomini, rischiando di diventarne la pessima copia. Non puoi solo far vedere che sei capace di performance micidiali da Wonder Woman, devi dare un senso a quello che fai. Non c'è solo il risultato, c'è anche il percorso". Arrivare da un campo base all'altro con l'elicottero, farsi portare tutto dagli sherpa non è vero alpinismo, secondo la Meroi che ha rinunciato alla corsa per dedicarsi al marito-compagno di cordata Romano Benet, colpito da una seria patologia del midollo.

La Meroi ha sempre viaggiato leggera, senza portatori e con budget che non oltrepassavano i 13mila euro a spedizione. Per i kolossal della Pasaban e di Miss Oh si parla di centinaia di migliaia di dollari investiti e di cachet da favola per chi vince. "Così è come partecipare a un reality - conclude Nives - se vinci, dopo hai più soldi, ti pagano le serate e magari fai un film come attrice. Questo non è vivere la montagna, è usarla".

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