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mentono sapendo di mentine

lunedì 2 marzo 2009

Roye Lee il clochard che ha suonato con Elvis

Roye Lee aveva scelto di vivere da vagabondo nel centro di Milano. Ora, a 74 anni, torna a suonare il suo country con un cd che si intitola Roye 1
Clochard nel centro di Milano. Ma prima frate nella pubblicità del Totip e Babbo Natale in quella della Coca Cola. E prima ancora vincitore di un Telegatto. E prima ancora collaboratore di Carlo Alberto Rossi, Giovanni D'Anzi, Enrico Intra, Franco Cerri. E prima ancora attore con Dino Risi e Amedeo Nazzari. E prima ancora animatore di Nashville quando era Nashville, braccio destro di Elvis Presley e Bill Haley and his Comets. Quante vite ha vissuto Roye Lee? Non lo sa neppure lui, probabilmente. Quel che è certo è che ne comincia un'altra, a 74 anni, con un nuovo disco.

L'ultima, quella appena finita, sembrava avergli spezzato le gambe: vagabondo senza fissa dimora, zona via Torino, costretto a vivere della carità e della simpatia che ispira la sua barbona bianca. La strada era stata una scelta precisa e voluta, dopo la disgregazione della sua famiglia e alcune delusioni umane e professionali. Una scelta che di solito è senza ritorno, anche perché Roye, spirito libero, si accontentava di poco per vivere: un sorriso, qualche chiacchiera, due spiccioli o un po' di cibo, una tettoia improvvisata a pochi passi dal Duomo, una bici con cui trasportare le sue preziosissime carabattole, il New York Times letto di straforo in qualche edicola. Ma in questo caso c'è il lieto fine grazie a una operatrice della Croce rossa, Cristina Mesturini che ha convinto Roye a prendere un alloggio e a tornare al suo grande amore, la musica.

Il risultato è un cd con i suoi più grandi successi che si intitola Roye 1. La sua vita è un romanzo, e non può essere diversamente se si nasce a Nashville, capitale del country, come nipote del direttore artistico della Capitol Records, cosa che gli permette, negli anni Cinquanta, di frequentare gente come Dean Martin e Frank Sinatra, di assistere all'esplosione dei Platters, di Bill Haley and his Comets (come dire, Rock around the clock) e di Elvis Presley e, più tardi, di Bruce Springsteen.

Negli anni Sessanta Roye sbarca in Italia, prima come militare poi come artista, recitando nella Marcia su Roma di Dino Risi, scrivendo Who's gonna break your heart (che poi verrà tradotta in italiano come Cinque minuti e poi, e cantata anche da Baglioni) e Where roses grow, che vince il Telegatto come migliore interpretazione radiofonica. A margine altre cosette come Chewin'Chewin'Gum, la sigla di Alto Gradimento con Arbore e Boncompagni, un po' di jingle pubblicitari per L'Oreal, Alka Seltzer, Baci Perugina, e alcune recitazioni in spot, ultimo quello dei jeans che portano il suo nome. Poi la strada. E ora il ritorno alla musica, alla vita. Welcome back.
di Luigi Bolognini
La Repubblica (01 marzo 2009)

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